I MIRACOLI DI SANT'ANTONIO

Un vero e proprio mistero per me è come si sia riusciti a far passare per padovano il più celebre fra i portoghesi. Mi riferisco ovviamente a sant'Antonio, che nacque a Lisbona nel 1195 col nome di Ferdinando e morì senza nome a Padova il 13 giugno 1231.

Dico "senza nome" perché un celebre detto vuole che Padova sia la città del prato senz'erba, del caffè senza porte e del santo senza nome. L'ultimo senza si riferisce proprio al famoso Fernandino, il Santo per antonomasia in città, perché spesso ci si riferisce a lui senza pronunciarne il nome: si dice "il Santo" e tutti sanno di chi si sta parlando.

Ad ogni modo, il Santo che noi tanto sentiamo come nostro rimase in città per soli dodici mesi, divisi in due brevi permanenze. Ma ciò non impedì a Padova di costruire la basilica che tutt' oggi vanta di essere una delle chiese più visitate al mondo. Quando si dice essere al posto giusto nel momento giusto. Per Padova, dico, non per il Santo.

Insolito è anche come il Santo sia giunto a Padova. Si tratta infatti di una curiosa coincidenza. Nel 1220 Femandino si trovava in Marocco ma si ammalò quasi subito, forse di febbre malarica, e fu così costretto a imbarcarsi per rientrare a Coimbra. Il destino volle che durante il viaggio una furiosa tempesta fece perdere il controllo alla nave, che invece di attraccare sulle coste della Spagna giunse su quelle della Sicilia. Da lì iniziò il peregrinare del Santo nella nostra penisola, che lo portò infine nella bella città di Padova.

Bando alle ciance, sant'Antonio è oggi per ben altri motivi noto come "il taumaturgo", ovvero l'operatore di prodigi, o santo dei miracoli, in quanto ne sono a lui attribuiti innumerevoli. Gli amanti delle graphic novel saranno felici di scoprire che per saperne di più non dovranno necessariamente passare in rassegna polverosi tomi religiosi: esiste la versione con le immagini! A colori! Infatti nelle opere conservate nella Scuola del Santo, a pochissimi passi dalla basilica, sono rappresentati alcuni dei suoi più popolari miracoli.
Fra tutti ricordiamo quando fece parlare un neonato perché scagionasse la madre accusata ingiustamente di adulterio, quando riattaccò il piede a un mutilato, resuscitò un giovane perché difendesse il padre accusato di omicidio, ridiede la vita a una ragazza e a un bambino annegati, spezzò una pietra con un bicchiere di vetro per convertire un eretico.

Fra tutti però, forse il più famoso resta quello compiuto al funerale di un avaro: ricordando le parole delle Scritture ("dov'è il tuo tesoro, lì è il tuo cuore") fece aprire il petto dell'uomo, che fu trovato vuoto. Il cuore, secco e avvizzito, stava invece tra gli ori che l'uomo aveva troppo amato.

Addirittura in punto di morte, durante il viaggio che lo portava da Camposampiero a Padova, si compì qualcosa di straordinario.

Il Santo, trasportato da un seguito di fedeli, incontrò una donna piangente che teneva in braccio un bambino completamente nudo, abbandonato come se fosse morto. Il Santo prese in braccio il piccolo, che si s,vegliò e gli sorrise. Antonio riconobbe nella donna la Madonna, e sereno spirò.

Nonostante di tempo da quel giorno ne sia passato, sant'Antonio non ha mai smesso di far sentire la sua presenza ed è sufficiente recarsi presso la sua imponente basilica per capirlo. Qui vedrete schiere di pellegrini toccare la sua tomba e lasciare messaggi di supplica al Santo, che sembra non aver perso il vizio, visto che anche recentemente si è urlato al miracolo.

Nel settembre 2014 un bambino di otto anni muto dalla nascita ha parlato durante una missione pastorale dello staff della basilica patavina in Massachusetts. E ancora, nel gennaio 2015 un feto gravemente malato al cervello guarì dopo le preghiere indirizzate da genitori e nonni al taumaturgo. Una prova dei tanti miracoli, troppi per essere raccontati qui, sono le centinaia di ex voto di ogni tipo
" che vengono lasciate sulla tomba del Santo per esprimergli riconoscenza per la grazia ricevuta. Vi basti sapere che sono così tanti che devono essere sostituiti ogni quindici giorni.


Abside e cupole della basilica di SanI 'Anlonio (incisione ottocentesca)

   

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tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori